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Le imprese più digitali sono anche le più dinamiche e competitive

Secondo il report 2024 dell’Istat dal titolo “Competitività dei settori produttivi”, le imprese italiane che investono in tecnologie digitali si dimostrano più resilienti e competitive, a prescindere dalla loro dimensione. Le aziende più digitali sono quelle che riescono a rinnovarsi e ad acquisire competitività in un mercato sempre più complesso.

Per le PMI italiane il messaggio è chiaro: investire nel digitale non è solo una scelta tecnologica, ma una strategia per crescere e competere in un contesto in continua evoluzione.

Digitalizzazione: infrastrutture, tecnologie applicative e tecnologie trasversali

Il periodo 2019-2022 ha visto le aziende affrontare cambiamenti importanti: le scelte tecnologiche sono state tra quelle più direttamente investite dagli shock della pandemia e della crisi energetica, con risposte eterogenee da parte delle imprese. Se da un alto sono risultati rafforzati alcuni processi di digitalizzazione già in atto, dall’altro sono stati abbandonati o rinviati investimenti innovativi, ritenuti non più funzionali. Nel suo complesso, tuttavia, la digitalizzazione si è mostrata essere una strategia chiave per la crescita e la capacità di adattarsi ai nuovi scenari di mercato.

Secondo quanto emerge dal capitolo 3 del rapporto Istat, dal 2018 le imprese italiane hanno accelerato l’adozione di tecnologie che semplificano l’accesso e la gestione digitale dei servizi aziendali, come cloud, 5G, sicurezza informatica e software gestionali. Tuttavia, tecnologie avanzate come l’Internet of Things (IoT), i Big Data, la realtà aumentata e virtuale, la robotica e la stampa 3D sono ancora poco diffuse, soprattutto tra le piccole realtà, dove prevale l’uso di strumenti digitali di base.

Più nello specifico, il rapporto Istat evidenzia un quadro che si articola intorno a tre gruppi di tecnologie digitali con diverse funzioni e tassi di adozione, variabili per settori e dimensioni aziendali:

  • infrastrutturali: tecnologie essenziali per l’accesso ai servizi Web e per la gestione di diverse funzioni aziendali (es. software gestionali, cloud, fibra ottica, 4G e 5G). Con un’adozione media tra il 25% e il 35%, queste tecnologie risultano diffuse in maniera più uniforme, indipendentemente dalle dimensioni o dal settore aziendale.
  • applicative: si tratta di tecnologie avanzate, come l’Internet of Things (IoT), AR-VR, Big data, robotica, stampa 3D, blockchain e simulazione, che portano a guadagni di produttività significativi grazie a processi complessi. La loro adozione è più ridotta rispetto alle tecnologie infrastrutturali e presenta una variabilità maggiore. Nei servizi, per esempio, è più diffusa l’analisi dei Big Data, mentre nei settori industriali prevale l’uso di tecnologie additive, di soluzioni per l’automazione e IoT, oltre all’adozione della blockchain per la certificazione dei processi. L’uso di queste tecnologie è invece limitato nelle micro-imprese (3-9 addetti), a causa di risorse e competenze spesso insufficienti.
  • trasversali: la sicurezza informatica è la tecnologia ritenuta trasversale dal rapporto e ha un ruolo cruciale nel rafforzare l’infrastruttura digitale, proteggendo le aziende dal rischio di perdita di dati o attacchi informatici.

Il rapporto sottolinea inoltre che, nel complesso, la maggior parte delle aziende italiane adotta solo poche tecnologie digitali (da una a tre), mentre l’utilizzo di quattro o più tecnologie è meno comune, segnalando che l’adozione digitale è ancora una sfida.

Evoluzione dei profili di digitalizzazione delle imprese: in aumento le aziende “Sperimentatrici” e quelle “Mature”

L’analisi delle strategie di digitalizzazione delle imprese italiane dal 2018 al 2022 mostra un’evoluzione notevole nei modelli di adozione tecnologica, accentuata dalla pandemia. Il rapporto Istat classifica le imprese in quattro categorie di digitalizzazione: “Mature,” “Sperimentatrici,” “Costruttive” e “Asistematiche,” ognuna con comportamenti e priorità distinti.

Le imprese “Mature” sono in crescita, passando dal 2,6% del campione nel 2018 al 7% nel 2022, aumentando anche il loro peso in termini di addetti. Questa categoria ha puntato su tecnologie avanzate come il cloud computing e la realtà aumentata, privilegiando innovazioni legate all’efficienza produttiva, pur con un lieve calo nell’uso di Big Data e robotica. Il loro approccio avanzato riflette l’importanza attribuita alle tecnologie applicative.

Le imprese “Sperimentatrici” hanno registrato l’incremento più ampio, salendo dal 9,5% al 35,8% del totale. Si concentrano su investimenti infrastrutturali, in particolare sul potenziamento delle connessioni Internet, cruciale con la crescita dell’e-commerce durante la pandemia. Questa categoria è diffusa soprattutto nel commercio e nei servizi, coinvolgendo unità più piccole (10-19 addetti): una prova dell’adattabilità delle PMI italiane al contesto digitale in evoluzione.

Gli approcci strategici delle imprese “Asistematiche” e “Costruttive”: presenza online e investimenti in infrastrutture

In netta contrazione, le imprese “Asistematiche” sono passate dal 70% al 40,7%, segno di un graduale passaggio verso profili più evoluti, come le “Sperimentatrici”. Queste imprese, ancora a un livello basilare di digitalizzazione, hanno mostrato maggiore interesse per il cloud computing, segno di una digitalizzazione orientata soprattutto verso l’ottimizzazione interna.

Le “Costruttive” rimangono stabili, pur con una lieve diminuzione, caratterizzate da un rafforzamento dell’infrastruttura digitale e da un crescente investimento nel cloud. Questa categoria, composta principalmente da imprese manifatturiere, continua a investire in software gestionali e sicurezza informatica, confermando un orientamento strategico di lungo termine.

Complessivamente, la digitalizzazione delle imprese italiane mostra una certa stabilità nei comportamenti delle diverse categorie, con transizioni non trascurabili, in particolare per quelle imprese che hanno sentito la spinta di migliorare la propria presenza online e la qualità dell’infrastruttura digitale, una tendenza accelerata dall’esperienza pandemica.

Per approfondire, vai al report completo

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